Puliscono il bosco. Dietro i rovi scoprono tomba etrusca …
Per carità: ci sono passato attraverso il giornalismo non professionistico e anche dalla necessità d’inventarmi d’estate un titolo d’accatto, ma accattivante, tra l’ombrellone e la battigia.
Così, quando ho letto come era stato pubblicato il lavoro dell’ACT nella Necropoli Etrusca di Sopraripa a Sovana su una rivista di divulgazione culturale, ho sorriso e me ne sono subito dimenticato.
Però, a furia di vedermelo riproporre dai feed, come un fastidioso tafano nella calura estiva, alla fine ho deciso di occuparmene, quanto meno per rispetto dei professionisti, degli studenti, dei funzionari coinvolti, ma anche di un articolo, che, se andiamo oltre il titolo, di corbellerie non ne dice.
“la Biagiola” International School of Archaeology (B.I.S.A.)
La campagna di ripristino del Parco Archeologico Città del Tufo, che ha visto la partecipazione degli studenti de “la Biagiola International School of Archaeology” dell’Associazione “Cultura e Territorio” ha veramente permesso l’individuazione e il recupero, rari nei nostri territori, di nicchie parietali contenenti reperti in situ, oltre a restituire ai visitatori cinque strutture rupestri di rara bellezza nella cornice stupenda della Necropoli di Sopraripa a Sovana.
Un Parco che cresce…
La scoperta della nicchia e dei reperti non ha nulla di fortuito: ma è l’esito di una campagna di ripristino del sistema necropolare del Parco Archeologico Città del Tufo che è stata attentamente ponderata e pianificata dalla Soprintendenza competente, di concerto con il Comune di Sorano, Coop. Zoe e ovviamente l’Associazione “Cultura e Territorio”.
All’atto pratico, la rimozione degli interri che ingombravano l’area di cinque tombe su livelli differenti è stata svolta per tre settimane da archeologi professionisti, studenti di archeologia e volontari locali ed è stata seguita dallo studio delle strutture rupestri e dei rinvenimenti, il tutto documentato con rilievo laser SLAM e fotogrammetria.
E alla fine… Il premio di tante fatiche
Il rinvenimento delle nicchie parietali, particolarmente interessante dal punto di vista storico archeologico per la rarità di questo genere di rinvenimenti intatti, è avvenuto negli ultimi giorni, come da classica tradizione degli scavi archeologici, dopo un’intensa campagna che si è svolta, grazie all’impegno dello staff, degli studenti e dei volontari impegnati, nonostante impedimenti tecnici, COVID e alluvioni.
Chiaramente, non potevamo sapere con certezza che avremmo individuato questo genere di strutture e reperti, ma sapevamo che il nostro approccio era l’unico in grado di trovarli nel caso ci fossero stati.
Quindi: niente rovi…
Alimentare o fare propria, peggio ancora per un professionista della comunicazione culturale, l’idea che le scoperte archeologiche si possano solo fare per caso, occupandosi d’altro, e magari solo facendo volontariato, non è altro che controproducente per il Patrimonio Culturale italiano e i suoi professionisti.
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